Lettera a Sole, la mia bulldog inglese
Ciao
Amore mio,
oggi è il tuo
compleanno.

Non ti preparerò la torta con le candeline, su cui ti avventavi sempre con foga facendomi soffiare con la velocità della luce per evitare che ti scottassi e facendo venire tutte le foto irrimediabilmente mosse e non avrò un pacchettino da scartare con te, ma voglio mandarti queste poche righe per dirti che l’amore che provavo per te è cresciuto,lo so che sembra impossibile perché ti ho sempre amata follemente, ma è così.

Questo è il quinto compleanno che festeggi sul ponte dell’arcobaleno,  15 anni di te, 10 nel corpo, 5 nel cuore.

Lo so che starai già controllando la bancarella del gelato e quella delle bistecche e delle polpettine che amavi tanto e che se qualcosa non fila come vuoi tu probabilmente non mancherai di brontolare e distribuire una delle tue note pinzate.

Io quaggiù ti penso ogni giorno e spero che tu sia un po’ fiera di me.

Quando sei passata a quella nuova dimensione in cui non posso vederti più, ma posso sentirti forte forte, ti ho promesso che avrei vissuto per entrambe, che sarei stata caparbia come te e avrei lottato con le unghie e con i denti per ciò in cui credo e che mi sarei occupata dei bulldog più sfortunati. Dopo di te... tre! Pare sia un numero magico (o forse è solo lo slogan di una pubblicità).

Teodora, il mio cerottino del cuore, la hai conosciuta anche tu, mi stava in una mano quella panzona quando siamo andate a vederla per la prima volta, ma io non pensavo proprio di accoglierla in casa perché per me esistevi solo tu, sta facendo un lavoro egregio: è una monella ma è dolcissima e le voglio un bene che non avrei mai immaginato.

Aldino è diventato un ometto forte anche se è sempre un po’ fifone, ma poveretto, con quello che ha passato non posso biasimarlo.

Margherita sta dai tuoi nonni, con lei ce l’ho messa tutta, ma la vita con i nonni le è più congegnale e adesso è rifiorita da un passato spiacevole e amare significa anche saper lasciare andare… Me lo hai insegnato tu.

Io faccio del mio meglio per proteggerli, ma tu, se puoi, aiutami. Non credevo che sarei stata capace di amarli così tanto, ma il cuore è davvero un organo estensibile e con tanto amore io credo che il mio occupi tutto il mio petto e anche la pancia.

Mi è costato tanto lasciarti andare, ma te lo avevo promesso “e resterò al tuo fianco fino a che vorrai”, quando è arrivato il momento, ti ho lasciata andare, fedele al nostro patto, perchè io e te ci siamo sempre intese con uno sguardo. Avevi lottato così tanto per restare con me, ho mantenuto la promessa e tu sei tornata libera finalmente da un corpo che non riusciva più a sostenere la grandezza del tuo cuore che invece avrebbe continuato ad amarmi…

Infatti non ha mai smesso e tu, piccola “solo un cane” come tanti credono, quel cuore grande lo hai usato per farmi diventare quanto più simile a te ed insegnarmi che i sogni, chiusi in un cassetto, restano solo sogni che prima o poi faranno la muffa.

Io e te abbiamo sempre vissuto all’unisono: ci guardavamo e ci capivamo, volevi bene a tutti, ma amavi solo me.

Ho avuto il privilegio di vivere e sperimentare tua forza, che mi ha aiutata ad avere il coraggio di aprire quel cassetto e di impegnarmi e lottare perché il mio sogno, che avevo cominciato a coltivare insieme a te, potesse prendere forma e stare in piedi con le sue gambe.

Spero che tu sia un po’ fiera di me, ti porto in tutte le cose belle: disegno pensando che i miei capi ti starebbero d’incanto e mi dispiace un sacco che tu non possa avere il guardaroba da principini che hanno tutti e tre i tuoi fratelli. Mi ricorderò sempre la prima felpina che ti ho cucito, tutta storta perché è meglio che io disegni e scelga i tessuti, ma che i campioni li lasci realizzare alla mia modellista. Ci avevo cucito sopra una fila lunga di cuoricini a quadratini Vichy rossi e bianchi e tu eri bellissima indossandola.

Dal pile che ti ho confezionato è nata una linea intera con un sacco di colori, che moltissimi bulldog inglesi e adesso anche bulldog francesi indossano e io sono felice, perché questo è ciò che volevo fare nella vita.

Ti aspetto sempre nel vento. La gente non capisce perché io lo ami così tanto quando per i più è solo un fastidio e provoca loro mal di testa.

Tu amavi il vento e correvi come una matta ogni volta, oggi so perché: nel vento ci sono le anime di voi meravigliosi compagni fedeli. Tu lo sapevi già. E’ il nostro elemento di incontro, come il tramonto è la linea che mi indica dove sei tu e lì noi ci incontriamo, occhi negli occhi come facevamo quando eri ancora con me.

Quante amicizie sincere si sono create attorno a te, quelle che ancora oggi non mancano di emozionarsi parlando di te e che non mi hanno mai mollata un secondo. Le loro mani tese non mi hanno permesso di cadere quando non potevo più vederti e toccarti e con quelle mani condivido, con gli occhi pieni di sorrisi, i tuoi ricordi e le risate che ci siamo fatte.

Resti una delle parti più belle di me.

Grazie per essere stata la mia compagna per dieci meravigliosi anni qui sulla terra e per essere il mio amore infinito. Grazie per avermi trasferito tutta la tua cazzutaggine e voglia di farcela, grazie per avermi resa forte davanti a ciò che mi provoca sofferenza, grazie per essere stata e continuare ad essere Sole.

Il tuo nome è tatuato sulla mia pelle e inciso nel mio cuore. Ho avuto il privilegio di viverti nella tua vita terrena e di continuare a viverti ora che sei infinito.

Buon compleanno amore mio.

Tua per sempre, Emina

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