Le donne quelle belle... no, quelle bulle!
Odio scrivere per la festa delle donne. Si scade necessariamente nel cliché di questa giornata. Perché, se è vero che abbiamo fatto tante conquiste (hanno fatto, io me le sono trovate già fatte), se la strada verso la parità con gli uomini è un po’ meno ripida, è altrettanto vero, secondo me, che parlare di donne in questa giornata non è facile perché si diventa banali. Cosa dovrei scrivere? Che le donne, a parità di competenze, nello stesso ruolo guadagnano meno degli uomini nella maggior parte dei casi? Ok, l’ho detto. Che le donne che decidono di avere una carriera è meglio che non abbiano figli perché figli (nella maggior parte dei casi) = bye bye carriera? Ok, l’ho detto.

No, se scrivo di donne oggi è solo perché voglio celebrare la vera forza delle donne, che sta nella loro fragilità. Lo diceva anche Francesca Michielin in un’intervista post Festival di Sanremo. Io non so scrivere per macro argomenti, riesco meglio nei micro argomenti, quelli che mi toccano più da vicino e dove, oltre alla testa, metto anche tanto, se non tutto, il cuore. Mi sento spesso ripetere che penso sempre prima agli altri e che penso a me stessa solo quando il mio corpo decide per me che è venuto il momento di una pausa. Per me l’ozio è perdere tempo, sono un’iperattiva. Eppure la mia razza del cuore è il bulldog inglese: l’emblema della pigrizia. Un cane a forma di cuccia, di cuscinone, di coperte appallottolate sul letto. E io amo l’ordine, le coperte ben tirate sul letto che se il letto è sfatto non riesco ad uscire ed iniziare la mia giornata perché ne ho il pensiero. Posso sistemare i cuscini sul divano cinquanta volte al giorno perché se loro non ne fanno palline non sono contenti. Io sistemo e loro appallottolano in un circolo vizioso. Ma mi sento super bulla di carattere. I bulldog, le femmine soprattutto, sono delle peperine caparbie e testarde. Se in quel testone frulla qualche cosa, nulla le distoglie dal loro intento finché non raggiungono il loro obiettivo, che può essere mangiare una mosca che vola (stupida) su un vetro, che sia prendere il bulldog che si specchia nei mobili (lo so che anche a casa vostra ci sono i bulldog nell’armadio) oppure abbaiare ad un sacchetto della spesa che non sia stato riposto nei tempi previsti dalla pazienza dei bulldog… 3, 2, 1… troppo tardi! Io rido per come sono fatte, eppure sono uguale a loro. Se ci sono, si sente! Sono una chiacchierona, amo stare in compagnia e ridere. Adoro sedermi a tavola a mangiare e bere in compagnia e rimpiango tantissimo i tempi in cui questa era la normalità e invece ora mi sento terribilmente in ansia con questa situazione paradossale di pandemia che ha compiuto un anno e che, purtroppo, temo non sarà l’ultimo. Io non ho figli. Non sono mai stata di quelle donne che non vedevano l’ora di averne sinceramente e pensare alle “tre p”, parto, pappa e pannolini… mi ha sempre fatto venire la quarta P, quella del panico. Ma non ho mai posto limiti alla provvidenza, che però aveva già deciso per me che non potessi averne. Sono una persona che sta molto bene con se stessa e ha un grande equilibrio mentale, quindi ci sono stata male quando l’ho scoperto, per qualche periodo mi sono sentita anche una donna meno donna, non so se riesco a spiegarmi, ma poi la mia teoria secondo cui i figli siano doni, ha ripreso il sopravvento. Non ho avuto quel dono, ma ne ho avuti molti altri. Eppure i figli, se hai anche voglia di lavorare, sono una discriminante in molti casi. Ecco, visto? Io lo sapevo che sarei scaduta nel banale a scrivere di donne. Oggi. Ma oggi io, complice la mia fragilità, mi tiro su un po’ di più le maniche e porto avanti i miei sogni. Ho un’attività che ho desiderato fortemente, che forse mi è tanto figlia da non farmi sentire la mancanza di un figlio vero

Non è più un sogno perché esiste da tre anni, ma nei miei sogni c’è di farla crescere e darle gambe solide, adesso ha un po’ quelle gambe lunghe e sottilissime dei ragni dei disegni delle elementari, che ti chiedi come possano camminare, eppure ce la fanno. Cerco ogni giorno quello che il mio adorato Lenny Kravitz chiama “stillness of heart”, la pace del cuore, perché io invece vivo in un eterno tumulto. Ho fatto scelte di vita coraggiose, di cui non mi sono mai pentita, ma di cui porto spesso il peso emotivo e questo peso è l’unico che non posso condividere con nessuno. La mia forza interiore è uno dei doni di cui sono maggiormente grata alla vita. Difficilmente mi fermo, perché ho un entusiasmo verso la vita stessa che non mi fa quasi percepire la stanchezza. I miei cani sono una fonte di gioia e risate inesauribile. Avere un bulldog è impegnativo, chiunque ne possegga uno ne è consapevole, averne due e per di più entrambi con problematiche di salute importanti, ancora di più. Sapersi prendere cura di esserini che non parlano, non possono dirti come si sentano o di cosa abbiano bisogno, comporta una grande sensibilità nei loro confronti e la necessità di entrare in sintonia con loro. E’ per questo motivo che spesso credo che i veterinari siano davvero degli eroi perché aver a che fare con pazienti che non possono parlare e spesso con proprietari che invece parlano troppo interpretando a modo proprio i disturbi dei loro cani, non deve essere davvero facile. Lo ammetto, questo passaggio è autobiografico. Ho riletto quello che ho scritto fino qui. Mi sembra un estratto del teatro dell’assurdo di Samuel Beckett che amo moltissimo… Ma spero di essere stata in grado di passarvi il mio messaggio per la giornata a noi dedicata: non abbiate mai paura di essere donne. Non abbiate paura di uscire senza trucco e con le sneakers se vi va, ma allo stesso tempo amatevi e truccatevi anche in casa, perché meritate di essere sempre belle. Io faccio una rampa di scale interne per scendere nel mio showroom eppure, se mi va, i tacchi me li metto eccome. Non dimenticatevi mai di splendere, soprattutto nei giorni in cui vi sembra più difficile. Come si fa? Guardatevi allo specchio. La luce più bella la potete emanare sempre e solo voi. Fate in modo di avere sempre gli occhi belli e i sorrisi belli di quando siete innamorate. Lo dico anche a me stessa. E se non state bene in una situazione, abbiate il coraggio di andare oltre perché la vita è qui ed è adesso. Cercate di essere indipendenti economicamente perché questo è il primo passo per non restare impantanate in situazioni che non sono più per voi e ricordatevi che le amiche sono le sorelle di cuore che una mano ve la daranno sempre, non perdetele mai. E se cadete? Bè, magari ha un senso quel filo più o meno sottile di cellulite che abbiamo sulle chiappe per rendere più morbido l’atterraggio… perché ce l’ho anch’io che sono magra!! Proprio in questo istante una delle persone a cui tengo di più in assoluto sta entrando in sala operatoria per un intervento di quelli importanti per la vita. Con tutto l’incrociabile incrociato, il mio pensiero è con lei e a lei auguro davvero di poter ricominciare a splendere non appena aprirà gli occhi dopo l’anestesia. E adesso posso dirvelo, buona festa della donna ogni giorno.

Prodotto aggiunto alla Wishlist
Product added to compare.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Cliccando sul pulsante ACCETTA, accetterai l'utilizzo dei cookie.