#ownbusinessday
Oggi è la giornata dedicata alle attività in proprio. Non importa che si tratti di un’azienda di grandi dimensioni o di una piccola azienda, avere la passione, ma anche il coraggio di rischiare e dare una forma concreta ai propri sogni per me ha un valore inestimabile.

Io sono la persona più felice del mondo da quando Bullfit Fashion, il 21 settembre di tre anni fa, è diventata realtà. Ogni mattina mi sveglio piena di entusiasmo perché amo quello che faccio. Ho continuato ad essere Emi, ma ho anche imparato ad essere brand. Molto spesso mi sento dire “sei fortunata che lavori per te stessa”. Da un lato probabilmente sì, ma non mi è piovuto nulla dal cielo, mi sono rimboccata le maniche, ho cercato di mettere il mio stile in articoli che sposassero al meglio le necessità dei miei bulldog inglesi. Sono consapevole che se non avessi lavorato nella moda del lusso per quasi vent’anni, non sarei mai riuscita a fare questo lavoro. Serve conoscere i tessuti, conoscere come concepire un capo, conoscere come soddisfare esigenze tecniche e di comodità per i nostri pigrissimi amici. Serve sapere fare una programmazione sull’anno, da suddividere mese per mese per campionatura, produzione e comunicazione. Serve un piano economico, serve non perdere mai di vista i conti, serve aggiornarsi e studiare continuamente per poter essere davvero il leader della propria azienda, anche se non si hanno dipendenti ma solo collaboratori freelance, serve un modello di business, che nasce da un’idea e che si corregge sicuramente in corso d’opera, ma se non hai le idee chiare, difficile riuscirci navigando a vista. Sapete quante volte la paura di non farcela prende il sopravvento? Sapete quante notti si passano in bianco a cercare idee nuove perché i clienti possano essere sempre soddisfatti e tornino a sceglierci, a cercare di far quadrare conti che a volte più che quadrare “cerchiano”, quante volte si rinuncia a togliersi uno sfizio personale perché così si possono investire altri soldi nell’azienda. “Hai sempre il telefono in mano” è una delle frasi che mi sento ripetere più frequentemente. E’ vero, non posso dire il contrario. Ma il telefono racchiude la mia azienda, è il mio ponte con i miei clienti, con le persone che nel corso degli anni sono diventate anche amiche, è il posto dove racconto me stessa, Teodora e Aldo e i miei valori. Perché è vero che sui social non compare tutto, ma io mi espongo tanto.

Così come sono consapevole che i lunghi anni passati fra Milano, Londra, Parigi, Barcellona, Madrid, New York e Los Angeles a “viziare” designer e responsabili degli uffici stile delle grandi maison mi abbiano formata tecnicamente e stilisticamente, so altrettanto bene che se non condividessi la mia vita con i miei bulldog inglesi non sarei mai in grado di concepire capi che incontrano tutte le loro esigenze. Proteggerli dal freddo, dall’umidità e dal caldo ma con un occhio fashion, altissima qualità dei materiali e delle cuciture e un prezzo abbordabile è la mia mission ogni santo giorno. Certo, mi concedo week end e vacanze, uscite per aperitivi con amici e #maritofigo, ma da quando ho iniziato concretamente a progettare la mia azienda, non ho mai più avuto un giorno di vacanza in cui potessi staccare il cervello completamente come facevo quando lavoravo per altri e avevo uno stipendio fisso, anche molto soddisfacente. La testa vola alle scadenze (anche perché il nostro Stato batte cassa anche in agosto – proprio una carognata), le mani cercano il telefono per controllare che non ci siano messaggi o richieste da parte di qualche potenziale cliente, io ho la fissa per fare un milione di foto che se poi sono “instagrammabili” è meglio… insomma, ad elettroencefalogramma piatto io mai. “Chi te l’ha fatto fare?” – mi chiedono spesso. “La passione” rispondo io. Ho sempre desiderato avere la mia azienda, ho scelto anni difficili per partire, ma credo fortemente in quello che faccio e anche quando sembra davvero dura non mollo. Mi confronto con altri imprenditori che hanno aziende grandi e mi ispiro spesso a loro e alla loro tenacia, alla forza che devono avere di coordinare tutto e di sistemare eventuali pasticci, magari non creati da loro, ma un vero leader è in prima linea, sempre e faccio scorta di energia che butto nelle mie cose. Era più facile prima, senza dubbio, avevo più soldi, dormivo di più, viaggiavo come una trottola, ma adesso è decisamente più bello e a chi mi chiede “non ho capito bene che lavoro fai”, rispondo “disegno la mia passione e la rendo realtà”. Auguri a tutti coloro che ogni mattina salgono sulla propria barca come comandante! Siete grandi!

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