Pappa è la parola magica per ogni bulldog inglese

Non serve avere una bacchetta magica come nelle favole, per incantare il vostro bulldog inglese, pappa è la parola magica.

Pappa è la parola magica per ogni bulldog inglese 

Potete chiamarlo Ettore, Matilde, Mario, come volete voi… il bulldog risponde solo se ne ha voglia. A volte si pensa anche che sia sordo… no no… la sua è tattica, convenienza… lui si fa i fatti suoi.

Esiste una parola che, cascasse il mondo, risveglierebbe anche i bulldog mummificati: “PAPPA”…

Pappa è la parola magica per ogni bulldog inglese 

Da che mondo è mondo tutti i cani sono felici al momento della pappa, ma il bulldog inglese colpisce perché passa da uno stato di sonno comatoso, letargico, quasi da elettroencefalogramma piatto, dalla pigrizia che “aspetta che dico al cervello di muovere un muscolo nella speranza dell’effetto domino sugli altri per riuscire ad aprire un occhio, alzarmi e magari deambulare”, allo scatto felino che pantera nera “levete proprio”… Sembrano sordi, russano come tromboni, ma hanno l’orecchio interno. Quello dentro lo stomaco che basta che cada una briciola di niente e loro sono lì: lingua a penzoloni, occhi fuori dalle orbite. I più educati riescono  a fare una sorta di “seduto”, obbligandosi ad un minimo di contegno, i più vivaci te li trovi che saltano quasi avessero delle molle sotto le zampe, diventano degli agilissimi jack russel, ti strisciano tutti i mobili della cucina a colpi di unghiate ruggenti, se al posto dei mobili prendono le tue gambe, diventi subito modello “una zebra a pois”… ma è poco fortunato chi ce l’ha, perché i lividi che porti sulle gambe a volte sono così vistosi, che se sei nella bella stagione e vuoi uscire con le gambe scoperte, sii pronto agli sguardi di compassione dei passanti che credono che probabilmente tu sia vittima di violenze domestiche. Alcuni durante l’attesa riescono a secernere tanta di quella saliva da fare invidia ad un lama. Devi stare attento a non passarci per sbaglio con le ciabatte o a piedi nudi perché rischi di scivolare e romperti l’osso del collo. Poi, appena la ciotola è pronta e la mostri, dai loro il comando “seduto”, il bulldog inglese da testardo e “faccio solo quello che voglio io”, diventa un soldatino diligente e composto. Poi metti giù la ciotola… lui sgrufola, felice, sgrunt sgrunt, slap slap… venti secondi e la ciotola è lì, lucida come se fosse appena uscita dalla lavastoviglie. Lui è felice, resta seduto e ti guarda… “ancora per favore” sembra dire con il suo sorriso migliore… Tu gli spieghi che quello che ha ingurgitato in un nano secondo era mezzo chilo di cibo probabilmente, ma lui ti prende a zampate, quasi a dire “secondo me la bilancia non funziona e me ne hai data meno del solito”… Alzi la ciotola, la lavi e la riponi. Allora si dà pace… alcuni digeriscono stile “Conte o Contessa di RuTTia (e non è un errore di battitura) e si spaparanzano di nuovo nella loro attività preferita: il ronfing.

Poi cominci a mangiare tu… Ma questa è un’altra storia e te la racconto la prossima volta.

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